Sistemi di desolforazione a secco, semi-secco, umido
Gli impianti FGD (Flue Gas Desulphurisation) si possono ulteriormente suddividere in 3 tipologie, in funzione dello stato nel quale viene estratto il prodotto della desolforazione:
1) processi “ad umido” (wet scrubbers)
2) processi “a secco” (dry scrubbers)
3) processi “a semi-secco” (spray-dry scrubbers)
Tra queste 3 tipologie di desolforatori, quelli che vengono maggiormente impiegati sono quelli “ad umido”, in virtù di un’efficienza di rimozione dell’ordine del 95%, di un’affidabilità superiore al 99% e della possibilità (preclusa agli altri FGD) di avere come sottoprodotto essenzialmente gesso (spesso commercializzabile) se alimentati con sorbenti a base di calcio, mentre gli altri FGD (secco e semi-secco) producono rifiuti che necessitano uno smaltimento “in discarica”.
FGD ad umido
I sorbenti utilizzati in questo tipo di impianti possono essere:
• Sorbenti a base di calcio:
- carbonato di calcio – CaCO3
- ossido di calcio o calce viva – CaO
- idrossido di calcio o calce idrata – Ca(OH)2
- dolomite – CaCO3MgCO3
• Sorbenti a base di magnesio, potassio e sodio:
- ossido ed idrossido di magnesio – MgO e Mg(OH)2
- idrossido di sodio - NaOH
- carbonato di sodio - Na2CO3
- bicarbonato di sodio - NaHCO3
- solfato di potassio – K2SO3
• Ammoniaca
• Acqua di mare (carbonato di magnesio presente in essa – MgCO3)
Gli FGD ad umido richiedono sempre una unità di trattamento delle acque (assente negli altri due casi), che provvede a separare i prodotti di desolforazione dall’acqua in eccesso.
FGD a semi-secco
Utilizzano solitamente sorbenti a base di ossido di calcio od idrossido di calcio (maggiormente reattivo), non richiedono dell’unità di trattamento delle acque ma producono materiali da smaltire in discarica. ATS è in grado di fornire sistemi con spry-drier aventi efficienze superiori al 98%.
FGD a secco
Sono gli FGD più semplici ed economici, non prevedono dispositivi particolari in quanto l’iniezione del sorbente (a base di calcio o di sodio) avviene direttamente in caldaia o nel caso di iniezione a medie temperature all’interno di un reattore Venturi. L’efficienza di tali sistemi pertanto risulta molto variabile in funzione delle condizioni di processo e del reagente impiegato per la desolforazione.